(Udienza del 28 ottobre 1955)
II - AI RAPPRESENTANTI DELL'UNIONE INTERNAZIONALE DEGLI ESERCENTI CINEMA E DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DEI DISTRIBUTORI DI FILM(Udienza del 28 ottobre 1955)
IL FILM IDEALE, EFFICACE STRUMENTO Dl ELEVAZIONE, Dl EDUCAZIONE E Dl MIGLIORAMENTO
Nel dare, una seconda volta, con paterna effusione il Nostro benvenuto a voi, Signori, dediti all'attività cinematografica, desideriamo di confermare non solo la stima per le vostre persone e la vostra professione, ma altresì la vigile sollecitudine della Chiesa verso un così potente mezzo di diffusione del pensiero e del costume, qual è il cinematografo, con l'intento di contribuire ad elevarlo alla dignità di strumento della gloria di Dio e dell'umano perfezionamento.
Nel ritornare pertanto su tale materia in questo nuovo incontro coi rappresentanti del "mondo cinematografico", Ci proponiamo d'integrare le considerazioni già esposte, mossi dalla persuasione della sua importanza, i cui motivi già ampiamente mostrammo. Di fronte ai gravi problemi che angustiano la presente età, e che certamente attraggono le Nostre più premurose cure, questo del cinema potrebbe ad alcuni apparire un argomento secondario, tale cioè da non meritare la particolare sollecitudine che gli dedichiamo. Certamente il cinema, essendo per sua natura arte e svago, sembra che dovrebbe rimanere contenuto quasi ai margini della vita, retto, beninteso, dalle comuni leggi che regolano le ordinarie attività umane; ma poiché, di fatto, è divenuto per la presente generazione un problema spirituale e morale d'immensa portata, non può essere trascurato da coloro che hanno a cuore la sorte della parte migliore dell'uomo e del suo avvenire. Soprattutto poi non può venir negletto dalla Chiesa e dai suoi Pastori, alla cui vigilanza non deve sottrarsi alcuna questione morale, specialmente se si ripercuote con conseguenze incalcolabili su innumerevoli anime; ma altresì da tutti gli onesti e pensosi del bene comune, i quali sono persuasi a ragione che ogni problema umano, grande o piccolo, affonda le radici nello spirito più o meno offuscato e che nello spirito, una volta illuminato, va debitamente risolto.
Tornerà forse a disdoro della nostra età che molti, massime se debolmente formati nell'animo, si lasciano indurre a dare una determinata condotta alla loro vita privata e pubblica dalle finzioni artistiche e dalle vane ombre di uno schermo: tuttavia questo fatto non cessa di essere importante e degno di considerazione con una serietà proporzionata agli effetti. In un domani di decadimento spirituale e civile, del quale sarebbe corresponsabile la non disciplinata libertà dei film, quale rimprovero ne verrebbe alla saggezza degli uomini d'oggi, come a coloro che non seppero dirigere uno strumento così adatto ad educare ed elevare gli animi, ed invece lasciarono che si tramutasse in veicolo di male!
Questa fiducia, che Noi nutriamo per il cinematografo, come efficace e positivo strumento di elevazione, di educazione e di miglioramento, Ci muove ad esortare i suoi artefici e produttori, affinché compiano ogni sforzo per affrancarlo non solo dalla decadenza artistica, ma soprattutto dalla complicità della depravazione, e a prospettare invece loro le limpide regioni del film ideale.
Di questo già esponemmo i caratteri propri, ma solo nel primo dei tre aspetti che esso offre all'esame, e cioè in relazione al soggetto, vale a dire all'uomo al quale il film ideale è presentato.
Ora passiamo a spiegare il secondo punto, cioè: il film ideale, considerato in relazione all'oggetto, ossia al suo contenuto.
2. - IL FILM IDEALE CONSIDERATO IN RELAZIONE ALL'OGGETTO, OSSIA AL SUO CONTENUTO
Affinché, nel tratteggiare il film ideale quanto al contenuto, non si abbia a sconfinare in esigenze improprie, ma si colgano, invece, gli elementi essenziali, occorre tener presente la riflessione già esposta sul nucleo assoluto racchiuso nella relatività dell'ideale, cioè l'essere proprio del film, la sua specifica bontà, il proprio suo pregio. Torna perciò opportuno rammentare il concetto dell'ideale: ciò cui nulla manca di quel che deve avere, e che, anzi, lo possiede in grado perfetto. Poiché il film riguarda l'uomo, sarà ideale quanto al contenuto quello che si adegua, in forma perfetta ed armonica, alle primordiali ed essenziali esigenze dell'uomo stesso. Esse sono fondamentalmente tre: la verità, la bontà, la bellezza, quasi diffrazioni, attraverso il prisma della conoscenza, dell'illimitato regno dell'essere, che si estende al di fuori dell'uomo, nel quale esse attuano una sempre più vasta partecipazione all'essere medesimo. È vero che, nei singoli casi, colui che si adopera, mediante l'arte o la coltura, di porre l'uomo a parte di quel regno, si accorge in fine di aver soddisfatto ben poco la sua insaziabile sete; tuttavia gli resta il merito di aver saputo distogliere a suo vantaggio un qualche rivolo della originale pienezza del vero, del buono, del bello, nella misura del possibile e scevro da contaminazioni: ha conciliato, in altre parole, la relatività dell'ideale col suo concetto assoluto.
Orbene, può il film essere un adatto veicolo di questa triade nell'animo dello spettatore ? può esserne tramite eccellente, e, nei limiti dei suoi propri metodi, perfetto ? La risposta deve essere affermativa, benché non sempre si verifichi, neppure nel caso di un film degno d'essere classificato buono, ma che, per difetto di qualcuno degli elementi o della armonia tra di essi, resta al di fuori delle regioni ideali.
E' chiaro che il contenuto, ossia la scelta dell'argomento, tale da rispecchiare il più fedelmente possibile la realtà buona e bella, è d'importanza fondamentale nella creazione del film ideale; ma è parimenti riconosciuto dagli specialisti che non ogni scelta è possibile, poiché non di rado si frappongono ostacoli di natura del tutto pratica, che arrestano gli artefici sulla soglia dell'ideale, come, per esempio, l'intrinseca impossibilità di rappresentare visibilmente alcune verità, bontà e bellezze. Il film non può presumere, né deve arrischiarsi ad affrontare argomenti che sfuggono al dominio dell'obiettivo, che non possono tradursi in immagini, ribelli come sono ad ogni interpretazione scenica, per motivi sia tecnici che artistici, o per altri riguardi, quali possono essere ragioni di tatto sociale e naturale, di rispetto e di pietà, o anche di prudenza e di sicurezza per le vite umane. Nonostante, però, queste limitazioni, talune intrinseche ed altre pratiche, il campo degli argomenti rimane ampio e ricco, vantaggioso e attraente, qualunque possa essere l'elemento di quella triade che predomini nel singolo film.
Film d'insegnamento.
Discorrendone in particolare, citeremo in primo luogo il film che si propone l'insegnamento, la cui principale attrazione è costituita dalla verità, in quanto accresce le cognizioni dello spettatore. Vi è, senza dubbio, in questo genere, un ideale possibile a conseguirsi e le cui norme possono essere compendiate così: ciò che esso offre in cognizioni, in illustrazione, in approfondimento, deve esser esatto, chiaramente intelligibile, condotto con perfetto metodo didattico e con elevate forme artistiche.
Film di puro insegnamento sono relativamente rari; il più delle volte, forse per riguardo alla diversa preparazione del pubblico, anziché approfondire l'argomento, lo sfiorano, restringendosi a dare le idee sostanziali.
Eppure, se si tien conto della sete di coltura che il pubblico dimostra di avere, e del cui difetto spesso si rammarica, questa specie di film, purché attuato con ideale perfezione, sarebbe da per tutto bene accolto, mentre, debitamente sviluppato ed esteso, tornerebbe a vantaggio del civile progresso.
La conferma è data dalla non rara produzione e dal felice successo di film basati sulle scienze naturali, alcuni dei quali meritano il titolo di film ideali.
La natura, infatti, quale si offre allo sguardo dell'attento osservatore, palesa ricchezze inesauribili del buono e del bello, rispecchianti, con trasparente sincerità, la infinita sovrabbondanza della perfezione e della bellezza del suo Creatore.
Il film può mietere a piene mani nel suo triplice regno, e percorrere, mediante i mezzi tecnici di cui dispone, le armoniose vie della creazione, aperte dalle scienze fisiche e biologiche, sia nelle immensità dei cieli, che negli intimi recessi del microcosmo.
Non si assiste senza fremiti di maraviglia a film, i quali trasportano in mondi sconosciuti e talora insospettati, che nessun altro mezzo, più del cinema, saprebbe rappresentare così al vivo. Talora incanta e soggioga la maestà dei colossi montani, tal'altra l'irresistibile furore delle tempeste nell'oceano, la solitudine dei ghiacci polari, la immensità delle foreste vergini, la tristezza delle sabbie desertiche, la vaghezza dei fiori, la trasparenza delle acque, l'irruenza delle cascate, la eleganza delle aurore boreali: visioni tutte, che, riprodotte con fedeltà e illustrate da sobri commenti di parola e di musica, s'imprimono nell'animo come le immagini di un viaggio. Maggior stupore e ricchezza di cognizioni offre lo svolgersi della vita, nei film - anche questi non infrequenti - che svelano i segreti del regno animale, e sono ottenuti da esperti autori e produttori dopo estenuanti giorni e mesi di appostamenti c di osservazioni, trascorsi in condizioni disagiate nelle foreste e nei deserti inospitali, sui fiumi e nelle profondità marine. Quale testimonianza della ricchezza e della molteplicità della natura si trae da tali film, non meno di altri atti a calmare, ricreare, rinfrancare lo spirito!
Con pari diletto ed istruzione, altri film possono scrutare l'uomo stesso, in cui la struttura organica, il comportamento funzionale, i processi terapeutici e chirurgici per ricondurlo a sanità, presentano oggetti di alto interesse.
Se poi si passa alle opere dell'uomo, neppure mancano gli argomenti adatti ad essere elaborati artisticamente e a diffondere su larga scala la coltura. Si dicono appunto film di coltura quelli che descrivono le diverse stirpi, i costumi, il folklore, le civiltà, e più in particolare i modi di lavoro, i sistemi agricoli, le vie di traffico per terra, mare e cielo, i mezzi di comunicazione, i tipi di abitazione e di resistenza nelle differenti età, colti dall'obiettivo nei molteplici stadi del loro sviluppo, che prende le mosse dalla primitiva capanna di fogliame, per giungere alle nobili dimore, ai monumenti architettonici, agli arditi grattacieli delle città moderne.
Bastano questi accenni per dimostrare che il film istruttivo, purché trattato con giusta misura di dati scientifici, presentato sotto luci nuove, e ravvivato da un sincero soffio d'arte, sufficiente per allontanare l'idea d'un insegnamento rigorosamente scolastico, può, per quel che riguarda il contenuto, offrire con facilità allo spettatore tutto ciò che egli si attende in questo genere da un film ideale.
Film di azione.
Ben più difficile invece si presenta l'impresa nel film di azione, quello, cioè, che intende rappresentare ed interpretare la vita e la condotta degli uomini, le loro passioni, aspirazioni e lotte.
In questa sorte di argomenti il film ideale non è cosa di tutti i giorni; eppure tali film sono, rispetto al numero, di gran lunga i più comuni. Mentre ciò dimostra che un simile genere è maggiormente richiesto ed apprezzato dal pubblico, prova nello stesso tempo le serie difficoltà che la sua attuazione offre al film ideale.
Già esponemmo, parlando dell'importanza della cinematografia, e studiando la cosa da parte dello spettatore, in che consista l'attrattiva del film di azione, quali influssi esso esercita nell'animo e a quali reazioni psicologiche esso dia luogo. Le medesime riflessioni ora ritornano in esame, considerate però nelle loro cause, la prima delle quali è certamente il contenuto, ossia la materia che si sceglie a trattare.
Ora proprio nella scelta del contenuto cominciano le difficoltà per l'autore o produttore coscienzioso, che si propone il film di azione ideale; altre ne sopraggiungono, in appresso, dalla configurazione e delimitazione, specialmente nei momenti più rilevanti, della stessa materia; altre ancora, e non sempre sormontabili, dalla disponibilità di attori, che siano idonei a dare espressione umanamente ed esteticamente perfetta all'oggetto prescelto.
Può dunque ogni materia rappresentabile essere accolta da chi si propone il film ideale? Sono già stati indicati alcuni motivi di esclusione, fondati su riguardi morali, sociali, umani, che necessariamente restringono la indiscriminata libertà di scelta.
Due particolari quesiti, però meritano d'esser considerati con maggior cura.
Film di argomento religioso.
Il primo è: nei film d'azione è permesso di assumere come materia argomenti religiosi?
La risposta è che non si vede perché tali argomenti dovrebbero essere generalmente e in massima esclusi, tanto più che l'esperienza, tentata in questo genere, ha già dato qualche buon risultato in film di contenuto strettamente religioso.
Ma anche quando il tema non è espressamente tale, il film ideale di azione non dovrebbe ignorare l'elemento religioso. E' stato infatti notato che anche film moralmente irreprensibili possono tuttavia riuscire spiritualmente dannosi, se offrono allo spettatore un mondo, in cui non si fa alcun accenno a Dio e agli uomini che credono in Lui e Lo venerano, un mondo in cui le persone vivono e muoiono come se Dio non esistesse. Può essere talvolta sufficiente in un film un breve momento, una parola su Dio, un pensiero verso di Lui, un sospiro di fiducia in Lui, una implorazione di aiuto divino. La grande maggioranza del popolo crede in Dio, e nella sua vita il sentimento religioso ha una notevole parte. Nulla quindi di più naturale e di più opportuno che se ne tenga debitamente conto nel film.
D'altra parte, bisogna riconoscere che non ogni fatto o fenomeno religioso è trasferibile sullo schermo, o per la intrinseca impossibilità d'esser configurato scenicamente, o perché la pietà ed il rispetto vi si oppongono. Inoltre l'argomento religioso presenta spesso per autori ed attori specifiche difficoltà, tra cui la principale forse consiste nel come evitare ogni traccia di artificioso e di manierato, ogni impressione di macchinalmente imparato, poiché la vera religiosità è, per sè, contraria all'esteriore ostentazione, e non si lascia facilmente "recitare".
L'interpretazione religiosa, quando anche sia condotta con retta intenzione, raramente reca l'impronta di cosa veramente vissuta, e quindi comunicabile allo spettatore.
Un'altra questione, alla quale è difficile dare una risoluta risposta, è: se sia argomento idoneo e conveniente per un film di azione la descrizione comparata di varie confessioni religiose. Esempi di questi film non mancano, effettuati allo scopo di rappresentare le diverse forme di religiosità, sia ricavandolo da azioni reali, sia da scene a tale scopo recitate.
In ogni caso, o che si tratti di film a scopo istruttivo, o che si voglia offrire allo spettatore la drammaticità dei contrasti tra due vite, indirizzate religiosamente in modo diverso, si esige una assai maggior finezza e profondità di sentimento religioso e di tatto umano, per non offendere e profanare ciò che agli uomini (anche se mossi da pensieri e sensi oggettivamente errati) è sacro.
Le medesime cautele e necessarie limitazioni si impongono per i film storici che trattano di uomini e di avvenimenti, i quali furono al centro di contrasti religiosi, non del tutto sopiti; ivi il primo requisito è la verità; questa però deve sapersi conciliare con la carità, affinché l'una non vada a scapito dell'altra.
Il film nella rappresentazione del male.
Il secondo quesito circa il contenuto del film ideale di azione riguarda la rappresentazione del male: è permesso scegliere, e con quali cautele si deve trattare il male e lo scandalo, che senza dubbio hanno una parte così importante nella vita dell'uomo? Certamente questa non potrebbe comprendersi, almeno nei grandi e gravi conflitti, se si chiudessero gli occhi alle colpe che ne sono spesso la causa.
La superbia, l'ambizione smodata, l'avidità di potere, la cupidigia di ricchezze, l'infedeltà, le ingiustizie, la dissolutezza, sono purtroppo i lineamenti del volto e delle azioni di molti, e la storia ne è intessuta amaramente. Ma una cosa è conoscere i mali, chiedendone alla filosofia e alla religione la spiegazione e i rimedi; altra è farne oggetto di spettacolo e di svago. Ora però dar forma artistica al male, descrivere la sua efficacia e il suo sviluppo, le sue vie aperte e occulte, con i conflitti che esso genera o attraverso i quali avanza, ha per molti un quasi irresistibile fascino. Si direbbe che, in sede di narrazione e di rappresentazione, molti non saprebbero attingere altrove l'ispirazione artistica né l'interesse drammatico, se non dal regno del male, anche se soltanto come sfondo per il bene, come ombra da cui balzi più netta la luce. A questa attitudine psichica di molti artisti corrisponde una analoga negli spettatori, della quale abbiamo già discorso. Orbene, può un film ideale assumere come contenuto un tale oggetto? I più grandi poeti e scrittori di tutti i tempi e di tutti i popoli si sono occupati di questa difficile e cruda materia, e lo faranno anche in avvenire.
Una risposta negativa a tale domanda è naturale, qualora la perversità e il male sono offerti in ragione di loro stessi; se il male rappresentato risulta, almeno di fatto, approvato; se esso è descritto in forme eccitanti, insidiose, corrompitrici; se è mostrato a coloro che non sono in grado di dominarlo e di resistergli. Ma quando non si dà alcuno di questi motivi di esclusione; quando il conflitto col male, ed anche la temporanea sua vittoria, in rapporto con tutto l'insieme, serve alla più profonda comprensione della vita, della retta sua direzione, del controllo della propria condotta, del chiarimento e consolidamento nel giudizio e nell'azione; allora una tale materia può essere scelta e intrecciata, come parziale contenuto, nella intiera azione del film stesso. Si applica a questo il medesimo criterio che deve sovraintendere ad ogni simile genere artistico: la novella, il dramma, la tragedia, e ogni opera letteraria.
Anche i Libri Sacri del Vecchio e del Nuovo Testamento, quale fedele specchio della vita reale, ospitano nelle loro pagine le narrazioni del male, della sua azione ed influsso nella vita dei singoli, come in quella delle stirpi e dei popoli.
Anch'essi lasciano penetrare lo sguardo nel mondo intimo, spesso tumultuoso, di quegli uomini; raccontano i loro falli, il loro risorgimento o la loro fine. Pur essendo rigorosamente storica, la narrazione ha spesso l'andamento dei più forti drammi, i colori foschi della tragedia. Il lettore resta colpito dalla singolare arte e dalla vivezza delle descrizioni, che, anche soltanto sotto l'aspetto psicologico, sono incomparabili capolavori. Basta ricordare i nomi: Giuda, Caifa, Pilato, Pietro, Saulo. Ovvero dall'epoca dei Patriarchi: la storia di Giacobbe, le vicende di Giuseppe in Egitto in casa di Potifar; dai libri dei Re: l'elezione, la riprovazione, la tragica fine del Re Saul; ovvero la caduta di David e il suo pentimento; la ribellione e la morte di Assalonne; e innumerevoli altri eventi.
Là il male e la colpa non sono dissimulati da ingannevoli veli, ma narrati come in realtà accaddero; eppure anche quella porzione di mondo contaminato dalla colpa è avvolta da un'aura di onestà e di purezza, diffusavi da chi, pur fedele alla storia, non esalta, né giustifica, ma evidentemente stimola a condannare la perversità; in tal guisa la cruda verità non suscita impulsi o passioni disordinate almeno in persone mature.
Al contrario: il lettore serio diviene più riflessivo, più chiaroveggente; il suo animo, ripiegandosi su se stesso, è indotto a dirsi: "Bada che anche tu non sii indotto in tentazione" (cfr. Gal 6, 1); "Se stai in piedi, bada di non cadere" (cfr. 1 Cor. Io, 12).
Tali conclusioni non sono suggerite soltanto dalla Sacra Scrittura, ma sono anche patrimonio di antica saggezza e frutto di amara esperienza.
Lasciamo dunque che anche il film ideale possa rappresentare il male: colpa e caduta; ma che lo faccia con intenti seri e con forme convenienti, così che la sua visione aiuti ad approfondire la conoscenza della vita e degli uomini e a migliorare ed elevare lo spirito.
Rifugga dunque il film ideale da ogni forma di apologia, e tanto meno di apoteosi del male, e dimostri la sua riprovazione in tutto il corso della rappresentazione e non solo nella chiusa, che giungerebbe spesso troppo tardi, dopo cioè che lo spettatore è già stato adescato e sconvolto da cattivi incitamenti.
Tali sono le considerazioni che intendevamo di esporvi sul film ideale in relazione all'oggetto, cioè al contenuto. Non Ci resta ora che di aggiungere una parola circa il film ideale in rapporto alla comunità.