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il surrealismo letterario

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2004 18:46
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21/09/2004 18:41
 
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Surrealismo


Movimento artistico e letterario di avanguardia sviluppatosi in Francia tra il 1919 e la fine degli anni '30

Contestazione e rifiuto

Il surrealismo affonda le sue radici nella crisi di valori (ed identità) del primo dopoguerra, che si tradusse nel fiorire di svariati movimenti e gruppi di avanguardia accomunati dal rifiuto violento e radicale della società borghese del tempo.

L'atteggiamento surrealista procede da una negazione assoluta e sistematica della cultura razionalista, positivista in particolare, e di tutti i vincoli da essa imposti.

A quella il surrealismo contrappone un desiderio profondo di cambiamento, il bisogno di trovare un modo di espressione libero dalle censure razionali, culturali, religiose e sociali.

La contestazione dei surrealisti ha vari aspetti in comune con il dadaismo: la negatività, la rivolta, il costituirei come netta frattura, la propensione per provocazione e scandalo, l'essere gruppo.

Oltre a ciò, tuttavia, per i surrealisti fu fondamentale impegnarsi in una seria elaborazione teorica, volta ad individuare precursori, a riconoscere influenze, a fare propri strumenti culturali innovativi, per fondare una cultura alternativa su nuovi "valori".

Si fissa la nascita nel 1919, data della fondazione della rivista "Littérature" ad opera di Breton, Aragon, Eluard e Soupault. Nel '20, con l'arrivo di Tzara a Parigi, il neonato surrealismo si intrecciò col dadaismo.

Nel gennaio del '22 però Breton ruppe coi dadaisti, ormai in netto declino: da quel momento il surrealismo fu un movimento del tutto autonomo, senza "ambiguità".

Liberare la personalità

Nel 1924 Breton stilò il Primo Manifesto del surrealismo, punto di approdo della riflessione di quegli anni e dichiarazione di intenti.
Si voleva che l'uomo fosse condotto ad una più autentica conoscenza di sé, che indagasse gli ambiti ancora sconosciuti e inesplorati dell'inconscio e del sogno; si riconoscevano come precursori figure eccezionali della letteratura che avevano saputo evadere dalla "prigione razionalista" come Sade, Baudelaire, Rimbaud, Lautréamont.

Di estrema importanza per l'elaborazione surrealista era stata la lettura dell'opera di Freud (ma anche di Nietzsche e, per certi versi, di Einstein, n.d.r), "pubblico" agli inizi del secolo.
Grazie alla psicanalisi i surrealisti accedevano ad una concezione moderna ed articolata del ruolo dell'inconscio e del valore della comunicazione non razionale, ritrovavano quelli che Breton definiva "i poteri originali dello spirito".

Nel Manifesto Breton fa il processo al realismo ed alla ragione, esaltando il potere dell'immaginazione e della fantasia, della poesia intesa come espressione non filtrata dell'inconscio e dei desideri.

Il surrealismo è, dice Aragon, "una nuova dichiarazione dei diritti dell'uomo".

Soprattutto, gravida di conseguenze letterarie, pesa l'affermazione che la liberazione della personalità passa attraverso l'affrancamento dal linguaggio.
A questo scopo il surrealismo recuperò il simbolismo e la poesia pura di Rimbaud inventando la scrittura automatica (il "block notes automatico" di Freud, mio), esperienza che si proponeva di superare le censure della logica, della grammatica, dell'estetica, della morale (convenzionale).

Cambiare il mondo

Nel 1924 nacquero altre due riviste, "Surréalisme" e "Revolution surréaliste", anche perché il movimento faceva proseliti tra artisti di vari settori: arti figurative, teatro, cinema. Convergono nel surrealismo De Chirico, Picasso , Max Ernst, Dalì, Mirò, Magritte, Bunuel, R. Char, Artaud. L'intento rivoluzionario proprio non poteva non misurarsi con una prospettiva di cambiamento non solo della coscienza individuale ma della società e delle sue strutture.
I rapporti dei surrealisti col comunismo, col Partito Comunista Francese, diviso tra stalinisti e trotzkisti fu inevitabile, necessario ed insieme problematico e travagliato: Aragon, Breton ed Eluard vi aderirono, ma già nel '33 gli ultimi due ne presero le distanze.

Il Secondo Manifesto surrealista, ancora di Breton, del '30, ribadiva la duplice essenziale impostazione individuale e politica del movimento, ormai però molto assottigliato. Dopo la Seconda Guerra mondiale, anche perché alcuni artisti morirono nella lotta di liberazione, il surrealismo è identificato nell'opera di Breton.

Immaginazione al potere

L'eredità del surrealismo va molto al di là delle opere prodotte dai suoi aderenti In senso stretto, come ben al di là dei confini "territoriali" francesi (basta pensare ad Alberti, Garcia Lorca, Machado,..in Spagna, n.d.r.).

Forse i surrealisti non sono riusciti a liberare la personalità e a trasformare il mondo, ma essi hanno l'innegabile merito di aver fondato un'estetica nuova, aprendo le porte all' "immaginario" creativo.
La libertà della scrittura, l'unità profonda dell'individuo, la volontà di trasgredire e superare tutte le strettezze formali e culturali, hanno costituito il lascito più significativo del movimento, che in questo senso va considerato uno dei più significativi di tutto il '900.


SURREALISMO: R. Magritte, Il terapista, 1937; La condizione umana, 1933; J. Mirò, Nudo, 1926; Paesaggio (o La lepre), 1927; G. De Chirico, L’enigma dell’ora, 1911; S. Dalì, La persistenza della memoria, 1931; R. Clair, Entr'’cte (fotogramma), 1924.

Al rifiuto dell'arte tradizionale, ricavata dal dada, non si accompagna la negazione della tecnica, che anzi in molti artisti si vuole orientabile a nuovi orizzonti, magari proprio per creare disequilibrio tra scelta tecnica abbastanza tradizionale e irrazionale scelta dei soggetti: l'esperienza fondamentale dei surrealisti è la scoperta di una seconda realtà, inscindibilmente amalgamata alla comune, empirica, ma pur così diversa che noi possiamo parlarne soltanto per via indiretta, dimostrarne l'esistenza solo per cenni, per rifiuto della realtà.

La scoperta dell'inconscio, della tecnica psicanalitica avallata da Freud come automatismo della coscienza, legittima la poesia pura, l'immagine libera; l'onirico, il sogno, come anche la fantasia, diventa allora il paradigma dell'intera immagine del mondo, in cui reale e irreale, logica e fantasia, volgarità e sublime costituiscono un'indissolubile e inspiegabile unità.
Poco importa se assume la forma del sogno immediato, infantile, primitivo; oppure è costruzione tecnicamente elevata, recuperata da una cultura pittorica sedimentata, intellettuale, in certo senso tradizionale e classica. Apparentemente quasi si gioca allora nella rappresentazione, dato che si rappresenta l'Assurdo: è l'assurdità della vita, che viceversa sogno non è.

Ed il quadro finale risulta tanto più sorprendente e impressionante quanto più realistici sono gli elementi dell'insieme che è essenzialmente fantastico, ma spesso dato per singoli elementi reali/realistici.



(preso dal web)
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