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Caffè dei Poeti

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chi sono gli angeli caduti?

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2004 19:05
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Gli Angeli non hanno vita propria: la loro vita è rivelazine, la loro interiorità è occupata dalla vita delle gerarchie superiori che getta la sua luce in loro.

Fu un senso di forza, di autonomia, di libertà a indurre alcuni di loro a rinnegare la propria natura.

A un certo momento, parte delle entità della terza gerarchia provarono l’impulso a non dipendere più soltanto dalle entità delle gerarchie superiori, ma a sviluppare invece una vita propria.

Ciò ebbe un’influenza assai notevole sull’intera evoluzione del sistema planetario. Infatti, quelle entità (che potremmo chiamare i ribelli della terza gerarchia) provocarono niente di meno che la preparazione dell’autonomia dell’uomo stesso: della possibilità cioè che l’uomo sviluppi una vita autonoma che non si manifesti direttamente all’esterno, una vita interiore indipendente dalla manifestazione esterna.

Sviluppando una vita propria, essi dovettero prendere su di sé la conseguenza di diventare spiriti della non-verità, spiriti del rinnegamento della propria natura, in altre parole spiriti della menzogna.

(…) Ora, tutti gli spiriti che sorsero nel modo descritto (quasi come una seconda categoria) a fianco degli spiriti della terza gerarchia, per effetto del rinnegamento della loro natura, vengono chiamati in occultismo spiriti luciferici.

Il concetto di spiriti luciferici è caratterizzato essenzialmente dalla loro volontà di sviluppare una vita interiore autonoma.

Essi volevano superare la condizione di “pienezza di spirito”, dell’essere ricolmi della sostanza delle gerarchie superiori

Aspiravano ad essere ricolmi non solo delle entità delle gerarchie superiori, ma della loro propria essenza.

A questo fine, invece di colmarsi dello spirito delle gerarchie superiori, conservando in tal modo per così dire la vista aperta verso queste gerarchie, essi non poterono fare a meno di separarsi dalle entità delle gerarchie più elevate, per procurarsi in questo modo sostanza propria dalla sostanza delle gerarchie superiori e per sviluppare una loro autonomia.

Gli angeli che si sono precipitati nella corrente prodotta dalle virtù durante la lotta nei cieli sono quelli che, a cagione delle loro azioni seguenti, chiamiamo esseri luciferici. (…)

La stessa natura angelica

Da un certo punto di vista angeli e demoni sono la medesima cosa, nel senso che hanno la stessa natura, la stessa origine e le stesse prerogative. Per il pensiero comune la loro differenza consiste nel fatto che i primi sono volti al bene e all’obbedienza nei confronti della Volontà Divina, mentre i secondi hanno scelto la via della ribellione e del male; per altre linee di pensiero, invece, questa differenza è solo apparente in quanto anche l'azione dei demoni deve sottostare alla Volontà di Dio e rientrare nel Progetto Divino.

In ogni caso, l’esistenza di angeli e demoni è connessa a quello che è il più drammatico problema non solo dell’uomo, ma dell’intero universo: il bene e il male.

E’ soprattutto l’esistenza di tale elemento negativo, antagonista, distruttivo, rappresentato dal male e dal suo "perché" che ha assorbito e tormentato le riflessioni di pensatori, filosofi, mistici, religiosi, ma anche della gente comune.




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SATANA: SIMBOLO O PERSONA?


L’interrogativo e lo scetticismo su Satana quale realtà personale hanno i loro antecedenti storici e culturali soprattutto nel contesto filosofico del razionalismo in età illuministica, quando appunto si tende a contestare la personificazione del male.

Nessuno può ovviamente negare l’esistenza del male anche nei suoi tratti più terrificanti, ma la ragione stenta ad accettare un principio personale che stia all’origine del male e vada al di là dell’esperienza sensibile. Infatti Satana non cade sotto il dominio percettivo dei nostri sensi né può essere razionalmente dimostrato: il diavolo quindi come entità personale non può che essere liquidato. A. Graf, nella sua opera del 1889, Il Diavolo, parla così:

Il diavolo è morto, o sta per morire e morendo egli non rientrerà nel regno dei cieli, ma rientrerà e si dissolverà nell’umana fantasia, nella stessa matrice ond’è uscito. La civiltà ha debellato l’inferno e ci ha per sempre redenti dal diavolo.

Una tendenza che troverà una sua recezione anche nell’ambito del pensiero cristiano (soprattutto nella teologia liberale). In particolare F. Schleiermacher sostiene nella sua opera La fede cristiana, del 1821, che "la credenza nel diavolo non deve essere presentata come una condizione della fede in Dio o in Cristo".

Un altro duro colpo inferto alla concezione personale del diavolo verrà indubbiamente dall’area delle scienze psicologiche, in particolare le tesi di Freud e di Jung, che tendono a riportare tutto entro una conflittualità insita nella stessa persona umana. Non ha quindi senso alcuno spiegare il male morale con l’influsso di Satana e non esiste più una realtà oggettiva personale e malefica al di fuori dell’uomo come appare chiaramente da questo brano di Jung:

Un’altra figura, non meno importante e definita, è quella dell’Ombra che si manifesta, o proiettata su persone adeguate o variamente personificata, nei sogni. L’Ombra coincide con l’inconscio "personale" (corrispondente al concetto freudiano di inconscio).

L’Ombra è stata spesso descritta dai poeti.

Ad esempio il rapporto tra Faust e Mefistofele e gli Elisir del diavolo di Hoffman, per citare due descrizioni particolarmente tipiche.

La figura dell’Ombra personifica tutto ciò che il soggetto non riconosce e che pur tuttavia, in maniera diretta o indiretta, instancabilmente lo perseguita: per esempio tratti del carattere poco apprezzabili o altre tendenze incompatibili.

Importante è che l’uomo accetti il suo elemento demonico, la sua "ombra".

Tutto ciò non è privo di influenze sulla teologia contemporanea, se ad esempio un teologo tedesco, J. Werbick, sostiene che molte espressioni vanno "sdemonizzate" poiché gli esseri demoniaci sono semplici metafore di quelle forze mondane che attanagliano l’uomo e lo rendono schiavo.


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