Erano dei barbari originari della Scandinavia, ferocissimi e implacabili guerrieri dalla forza distruttiva.
L'etimologia del loro nome è incerta: qualcuno sostiene che esso derivasse da "Longobardiz" (guerrieri che attraversano il mare) altri credono che fossero così chiamati per via delle lunghe barbe (Longbarte) che erano soliti portare, o per la lunga lancia (alabarda) che essi usavano in guerra.
Nel 568 i Longobardi, guidati dal re Alboino, invasero la penisola italiana.
La capitale del regno longobardo fu prima a Verona e poi a Pavia.
Il territorio era diviso in ducati, a capo del quale c'era un duca.
Alcuni duchi, come quelli del Friuli, di Spoleto e di Benevento, erano molto potenti e talvolta insofferenti all'autorità regia; i rapporti tra il re e i duchi era spesso segnato da conflitti, congiure, tradimenti.
Anticamente pagani, i Longobardi si erano poi convertiti all'arianesimo. Essi perseguitarono i cattolici, bruciarono le chiese, confiscarono i beni agli ecclesiastici. Solo da quando divenne regina la cattolica Teodolinda (591) l'atteggiamento dei Longobardi verso i cattolici si fece progressivamente più mite; sotto l'impulso di Papa Gregorio Magno (590-604) la regina decise infatti di convertire il suo popolo al cattolicesimo. La conversione fu piuttosto lenta, e per anni la popolazione longobarda fu divisa tra ariani e cattolici, fino alla prevalenza di questi ultimi.
Il più grande re longobardo del VII secolo fu certamente Rotari (636-652). Egli emanò il celebre Editto che porta il suo nome, nel quale raccolse tutte le leggi civili e penali, codificando il diritto consuetudinario longobardo, aprendolo però all'influenza del cristianesimo e del diritto romano. Rotari sostituì la faida, una forma di vendetta personale, con il guidrigildo, basato sul principio del risarcimento pecuniario dell'offesa. I delitti più gravi erano sanzionati con pene corporali o con la pena di morte.
Nel 712 fu eletto re Liutprando, probabilmente il più grande sovrano longobardo. Egli modificò l'Editto di Rotari aggiungendo nuove leggi e combatté vittoriosamente contro i Bizantini, sottraendo loro dei territori. Il tentativo di unificare l'Italia sotto lo scettro longobardo fu continuato da Astolfo (749-756), che riuscì a conquistare la più importante roccaforte bizantina, Ravenna. Ma quando egli tentò di conquistare anche Roma, il Papa invocò il soccorso del re dei Franchi, Pipino il Breve, che sconfisse i Longobardi (756). L'ultimo re dei Longobardi, Desiderio, cercò di stringere un'allenza con i temuti Franchi, dando in sposa sua figlia Ermengarda al re franco Carlo Magno. Quando però Desiderio sottrasse alcuni territori al Papa questi chiamò nuovamente in aiuto i Franchi; Carlo Magno ripudiò Ermengarda, discese in Italia e, con la complicità di alcuni duchi traditori, sconfisse l'esercito longobardo (773). Il figlio di Desiderio, Adelchi, fuggì a Bisanzio, da dove ritornò in Italia con un nuovo esercito: ma fu sconfitto e ucciso in battaglia dai Franchi. Sedate le ultime ribellioni dei duchi, Carlo Magno consolidò il dominio franco in Italia.
curiosità
Parole entrate nella lingua italiana, come bosco, sala, stamberga, graffio, trappola, zaino, spada, maresciallo; sono di origine Longobarda.
(ricerca web)