Dischiudi le mani tremanti
all'alba del giorno che muore.
Il cerchio d'ombra,
disegna,impietoso
il confine del tempo dei fuochi.
Tutto esce fuori dal sogno,
avanza reale la sera
sfocando il pensiero.
Ora s'arresta l'attesa,
la clessidra è voltata
ancora una notte.
Il gufo
sul ramo più alto del pioppo,
ti guarda curioso
Dietro la finestra socchiusa,
aspetti ancora
tendi l'orecchio
alzi gli occhi.
Sgrani il rosario legnoso
ancora una posta
ripeti a te stessa.
Sei tu il lumino acceso
che schiara il ritorno
a quel frutto di grembo
maturato lontano.
L'eco ritorna
di voce bambina
che promette ritorno
un sorriso e più nulla.
Sospirando ogni ave,
lo sguardo al cancello
mai chiuso da allora.
Domani, domani ritorna,
ti sai dire ancora
e riponi sorridendo la corona.
Riflessa nello specchio,
distogli lo sguardo,
per non disperare.
Tremi al pensiero
che il tempo si ferma,
senza averlo ancora una volta
potuto misurare.