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Il Sannio è una terra posta nel cuore dell'Appennino meridionale, in una grande conca montuosa, al centro di due grandi pianure dell'Italia meridionale: la pianura campana, ad ovest, ed il Tavoliere delle Puglie, ad est.
La Provincia di Benevento, con una superficie di 2.071 Kmq., è dominata dal Massiccio del Taburno, che insieme al Camposauro (seconda vetta), occupa una porzione d'Appennino tra Benevento e Caserta.
Il massiccio è delimitato ad est e a nord dalla bassa valle del Calore, a nord-ovest dal Calore fino alla confluenza del Volturno e dal Volturno fino alla confluenza dell'Isclero, a sud ovest e a sud dall'Isclero e dalla Valle Caudina, e a sud-est dal torrente Serretelle-Corvo.
Alla sua base sgorgano le abbondanti sorgenti del Fizo, che un tempo alimentava le Cascate del Parco Reale della Reggia di Caserta.
Oltre i 1000 metri di quota c'è la Foresta Demaniale costituita da faggi e abeti bianchi.
Il Monte Pentime è l'ultimo rilievo a nord-est del Massiccio Taburno-Camposauro, che prende il nome di Dormiente del Sannio, per l'aspetto delle montagne viste da Benevento somiglianti ad un profilo femminile disteso.
Il Sannio, inoltre ha un notevole patrimonio naturalistico: è attraversato da diversi fiumi, il Volturno ai margini del casertano, il Calore ed il Sabato provenienti dall'Irpinia, il Tammaro ed il Fortore, che nascono dall'alto Sannio.
Nella provincia è prevista l'istituzione di due parchi regionali, quello del Taburno-Camposauro e del Partenio.
Il Taburno, inoltre, è tutelato dal Piano Paesistico del Taburno, che entrato in vigore nel 1996, succeduto al D.m. 28.03.85, prevede il vincolo di immodificabilità assoluta, spesso però violato nella pratica.
Uno studio recente ha rilevato la presenza di ben 49 cave nell'area del Taburno-Camposauro: cave di calcare, di ghiaia ed argilla (Montesarchio), di marmo (Vitulano), di tufo (Sant'Agata).
A Campolattaro vi è una diga, ormai completa, ai piedi della quale si è formato un acquitrino dove si fermano, durante la migrazione, uccelli rari: ad osservazione e tutela di tale fenomeno si è costituito in loco una sezione staccata del WWF.
Sul territorio non emergono delle vere e proprie emergenze ambientali, si deve parlare piuttosto di impoverimento delle risorse, per le coltivazioni che si estendono a scapito delle zone boschive e per la pulitura dei letti dei fiumi che spesso termina con la cementificazione degli argini.
Considerando le risorse del territorio l'offerta di turismo verde è alta, a fronte però di una domanda molto bassa, data la cattiva informazione e conoscenza riguardo le risorse locali.
Si denota, inoltre, la mancanza di una coscienza ambientale e di un attaccamento al territorio in quanto risorsa ambientale nonché, dal punto di vista istituzionale, una bassa propensione a stanziare fondi per la valorizzazione ambientale.