1960 dicembre un bel natale davvero;
l'urlo festoso della zia ruppe il silenzio.
Col suo abito nero smaltato la pungente signora si accomodava in sala.
Nessuno tenne più conto delle rate da pagare;
cinquecento mila lire un poco per volta.
Le avrebbe restituite la signora stessa, non appena le donne di casa si sarebbero rese conto di come funzionasse quell'aggeggio.
Il cordoncino rosso messo sul fianco gli donava un' ottima aria natalizia e quelle scritte in oro diventavano una chicca che impreziosiva il profilo e la rendeva magica e ammaliante.
Solo l'argento posto sotto al "pungiglione" aveva un aria severa,austera, tanto che fin dall'inizio era stata considerata aria di rispetto e di attenzione.
La zia Cecilia, sempre brontolona e sospettosa, infilà la testa sotto al mobile di ciliegio e prova con le mani a spingere il pedale.
Esci Cecilia, esci, arriva il professore; gridò la nonna.
Tutto impettito nel suo spezzato scuro, con un libraccio di stoffe tra le mani intento a scegliere il pezzo da provare, il "professore" si sedette comodo sulla sedia traballante.
Eccoci pronti, disse con tono solenne, senza risparmiarsi di schiarirsi la voce; fu un sol coro a rispondere: Dica, dica!
Scoppiai in una grande sonora risata, sembrava una scena teatrale tutte quelle civette semianalfabete lì pronte, pendenti dalle labbra di chi avrebbe finalmente mostrato il miracolo.
La bacchetta magica nel dicembre del 1960 avrebbe fatto il suo dovere e quel Merlino stava per rivelare il segreto del filtro della divina arte del cucito.
Le lasciai lì per me era abbastanza, non mi permettevano di assistere alla lezione di magia.
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