un testo scritto con dolore distaccato, qualcuno un tempo mi disse che la fine di un rapporto è lunga quanto la riaborazione di un evento luttuoso.
Ha procedure simili, inizialmente ti dai la colpa di non aver saputo trattenere , poi ti amareggi e rimproveri chi non ha saputo o voluto restarti accanto, finché non cominciano a passarti davanti tute le immagini che hanno provocato dolore, le cose non dette, le cose sdette forse con troppa superficialità, le prole pronunciate, a volte più grandi di noi finchè con i tempo riscopri tutte i momenti belli trascorsi li rivivi lasciando sanguinare le ferite, forse è quello il momento più delicato quello in cui bisogna restare chiusi a riccio e ascoltarsi per lasciar finalmente guarire le ferite e lasciare il posto a quelle cicatrici indelebili con le quali si impara a convivere.
Per alcuni esorcizzare con lo scrivere è salutare, per altri invece è una dannazione, perché può capitare che non si riesca a infilare due parole una dietro l'altra.
E' comunque un lungo percorso intimo dove c'è poco spazio per il mondo, uno spzio semi catartico dal qule ti risvegli solo se hai la fortuna di avere affetti e amici veri che ti scuotono dal torpore.
Scusami se ho aprofittato del tuo testo per uno dissertazione su questa materia, ma come ben sai non cancello nula di quelo che scrivo perchè comunque sono pensieri ispirati dalla lettura del testo.
ti abbraccio amica mia.