Federico Garçia Lorca

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al_qantar
00giovedì 4 settembre 2008 10:52
18 • TAMAR E AMMONE

Per A Alfonso García - Valdecasas,
La luna gira nel cielo
sopra le terre senz'acqua
mentre l'estate semina
rumori di tigri e di fiamma.
In cima ai tetti
nervi di metallo sonavano.
Vento increspato veniva
con i belati di lana.
La terra si offre piena
di ferite cicatrizzate
o commossa da acuti
cauteri di luci bianche.
*
Tamar stava sognando
uccelli nella sua gola,
al suono di cembali freddi
e cetre lunate.
Il suo nudo sopra la gronda,
acuto nord di palma,
chiede fiocchi al suo ventre
e grandine alle sue spalle.
Tamar stava cantando
nuda sulla terrazza.
Intorno ai suoi piedi,
cinque colombe gelate.
Ammone, magro e concreto,
dalla torre la guardava
pieni gli inguini di spuma,
d'oscillazioni la barba.
Il suo nudo illuminato
si stendeva sulla terrazza,
con un rumore fra i denti
di freccia da poco piantata.
Ammone stava guardando
la luna rotonda e bassa
e vide nella luna i seni
durissimi di sua sorella.
*
Ammone alle tre e mezza
si stese sopra il letto.
Tutta l'alcova soffriva
con gli occhi pieni di ali.
La luce, solida, seppellisce
paesi nell'arena grigia,
o scopre un transitorio
corallo di rose e di dalie.
Linfa di pozzo oppressa
germoglia silenzio nelle giare.
Sul muschio dei tronchi
il cobra disteso canta.
Ammone geme nella tela
freschissima del letto.
Edera del brivido
copre la sua carne bruciata.
Tamar entrò silenziosa
nella muta alcova,
color vena e Danubio,
torbida di orme lontane.
Tamar, cancellami gli occhi
con la tua alba fissa.
I miei fili di sangue tessono
volanti sulla tua gonna.
Lasciami tranquilla, fratello.
Sulla mia spalla i tuoi baci sono
vespe e venticelli
in doppio sciame di flauti.
Tamar, nei tuoi seni alti
ci sono due pesci che mi chiamano
e nei polpastrelli delle tue dita
rumore di rosa chiusa.
*
I cento cavalli del re
nel cortile nitrivano.
Sole nelle tinozze vinceva
la leggerezza del pergolato.
Ecco la prende pei capelli,
ecco la camicia le lacera.
Coralli tiepidi disegnano
ruscelli in biondo mappa.
Oh, che gridi si sentivano
in cima alle case!
Che quantità di pugnali
e tuniche strappate.
Sulle scale tristi
salgono e scendono schiavi.
Stantuffi e cosce giuocano
sotto le nubi ferme.
Intorno a Tamar
gridano vergini gitane
e altre raccolgono le gocce
del suo fiore martirizzato.
Panni bianchi s'arrossano
nelle alcove chiuse.
Rumori di tiepida aurora
pampini e pesci mutano.
*
Violentatore infuriato,
Ammone fugge sulla sua cavalla.
Negri gli gettano frecce
dai muri, dalle vedette.
E quando i quattro zoccoli
furono quattro risonanze,
David con le sue forbici
tagliò le corde dell'arpa.
doctorlecter
00sabato 6 settembre 2008 19:27
Intorno a Tamar
gridano vergini gitane
e altre raccolgono le gocce
del suo fiore martirizzato.


sempre puntuale , grande Lorca [SM=g7417]
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