al_qantar
00domenica 7 settembre 2008 15:49
E’ il tuo canto che mi porta
sugli alberi la sera, mi toglie
la carne dal sudore e mi nutre
della tua bocca selvatica.
Spingi il ritmo alle rotaie,
inarca la voce nel senso opposto
della luna e gira i palmi verso me
che possa spezzare le curve del fado
ed aprire la notte dei fianchi, dei lati,
dei vuoti, dei cartoni, delle sete,
della risacca delle dalie, dei recinti…
afferriamo la crescita delle pupille
e dilatiamoci insieme
doctorlecter
00domenica 7 settembre 2008 18:41
Un crescendo di emozioni che spaziano dalle semplici cose condivise a quell'incredibile dono di fusione deglie esseri che solo un rapporto intimamente compartecipato sa regalare. Bravo Al, splendida quella dilatazione
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al_qantar
00giovedì 11 settembre 2008 15:48
Grazie dottore
la diagnosi è perfetta, spero di restare inguaribile!
Solo compartecipando si può essere un solo molteplice amore ed un'unica contratta espansione emotiva.
Che vuol dire?
Prova a stringere forte i pugni ed allargare le braccia stringendoli verso te.
Controtensioni emozionali, correnti in caduta ed in ascesa e turbinio sensitivo... non ne sono certo, ma si direbbe amore, ma di quello tosto.
Al
ariadipoesia
00giovedì 11 settembre 2008 15:53
Re:
al_qantar, 07/09/2008 15.49:
E’ il tuo canto che mi porta
sugli alberi la sera, mi toglie
la carne dal sudore e mi nutre
della tua bocca selvatica.
Spingi il ritmo alle rotaie,
inarca la voce nel senso opposto
della luna e gira i palmi verso me
che possa spezzare le curve del fado
ed aprire la notte dei fianchi, dei lati,
dei vuoti, dei cartoni, delle sete,
della risacca delle dalie, dei recinti…
afferriamo la crescita delle pupille
e dilatiamoci insieme
eccola me la ero persa tra il gran da fare per rimettere insiemme i pezzi dell'"ossario"
spe che la commento.
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