00 24/09/2004 14:00
Carmine diuinas artes et conscia fati
sidera diuersos hominum uariantia casus,
caelestis rationis opus, deducere mundo
aggredior primusque nouis Helicona mouere
cantibus et uiridi nutantis uertice siluas
hospita sacra ferens nulli memorata priorum.

Hunc mihi tu, Caesar, patriae princepsque paterque,
qui regis augustis parentem legibus orbem
concessumque patri mundum deus ipse mereris,
das animum uiresque facis ad tanta canenda.

Iam propiusque fauet mundus scrutantibus ipsum
et cupit aetherios per carmina pandere census.


Marco Manilio (sec. I a.C. - sec. I d.C.)
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Il poema degli astri

Mi volgo con questo mio canto a trarre dall'universo le arti
antiche, le stelle conscie del destino che variano
i differenti casi degli uomini, attivo effetto della ragione
celeste, e a sollecitare per primo con parola inaudita
l'Elicona e le sue selve, trepide nelle verdi cime,
peregrine offerte non evocate innanzi da alcuno.

Tu, Cesare, padre della patria e sovrano, che governi
un mondo obbediente alle tue leggi auguste e acquisti
pere tua natura divina la sede beata concessa a tuo padre,
me ne dai l'ardire e ne svegli la forza per l'ardua impresa.

L'universo arride benigno a chi vi fissa intensi gli sguardi
e spinge ad aprire agli accenti del verso l'esame degli spazi eterei.


Angela_______ari@dipoesi@


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