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De Andrè - La guerra di Piero -

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    Staib
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    Registrato il: 02/10/2004
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    club dei curiosi
    neofita
    00 27/10/2004 22:09
    Qualcosa che in molti conoscerete ma va dedicata a chi pensa alla guerra. A pensa che sia giusta, a chi pensa che sia sbagliata, a chi non ci pensa... pensate che è fatta di uomini e non di idee.

    Questa canzone parla di guerra, ma non con i toni megalomaniaci dell'ideologia o dei grandi pensieri. Lo fa con la storia di un uomo, storia raccontata da un grande cantastorie.

    La guerra di Piero

    Fabrizio de André

    Dormi sepolto in un campo di grano
    non è la rosa non è il tulipano
    che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
    ma son mille papaveri rossi
    lungo le sponde del mio torrente
    voglio che scendano i lucci argentati
    non più i cadaveri dei soldati
    portati in braccio dalla corrente
    così dicevi ed era inverno
    e come gli altri verso l'inferno
    te ne vai triste come chi deve
    il vento ti sputa in faccia la neve
    fermati Piero , fermati adesso
    lascia che il vento ti passi un po' addosso
    dei morti in battaglia ti porti la voce
    chi diede la vita ebbe in cambio una croce
    ma tu no lo udisti e il tempo passava
    con le stagioni a passo di giava
    ed arrivasti a varcar la frontiera
    in un bel giorno di primavera
    e mentre marciavi con l'anima in spalle
    vedesti un uomo in fondo alla valle
    che aveva il tuo stesso identico umore
    ma la divisa di un altro colore
    sparagli Piero , sparagli ora
    e dopo un colpo sparagli ancora
    fino a che tu non lo vedrai esangue
    cadere in terra a coprire il suo sangue
    e se gli sparo in fronte o nel cuore
    soltanto il tempo avrà per morire
    ma il tempo a me resterà per vedere
    vedere gli occhi di un uomo che muore
    e mentre gli usi questa premura
    quello si volta , ti vede e ha paura
    ed imbracciata l'artiglieria
    non ti ricambia la cortesia
    cadesti in terra senza un lamento
    e ti accorgesti in un solo momento
    che il tempo non ti sarebbe bastato
    a chiedere perdono per ogni peccato
    cadesti interra senza un lamento
    e ti accorgesti in un solo momento
    che la tua vita finiva quel giorno
    e non ci sarebbe stato un ritorno
    Ninetta mia crepare di maggio
    ci vuole tanto troppo coraggio
    Ninetta bella dritto all'inferno
    avrei preferito andarci in inverno
    e mentre il grano ti stava a sentire
    dentro alle mani stringevi un fucile
    dentro alla bocca stringevi parole
    troppo gelate per sciogliersi al sole
    dormi sepolto in un campo di grano
    non è la rosa non è il tulipano
    che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
    ma sono mille papaveri rossi.


    _________________________________
    "Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella tua filosofia"
    - Amleto, William Shakespeare
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    ariadipoesia
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    Fabbricante di idee
    00 27/10/2004 22:15
    bellissima!


    sempre bella e sempre attuale.

    grazie staib
    [SM=x557859]
    Angela_______ari@dipoesi@


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