00 30/08/2008 10:30
impareremo a diventare meno prolissi nei nostri testi
Parliamo di haiku


Che cos’è un haiku
(semplificherò al massimo.)

Si tratta di un brevissimo ma intensissimo componimento poetico giapponese.
E’ un “kata”, cioè una via, con propri percorsi e specifiche caratteristiche e in esso c'è tutto il naturalismo lirico dell'animo giapponese e il furyu, ovvero ''il gusto proprio dello zen nella sua percezione dei momenti senza calcolo della vita'', nel quale sono ravvisabili, come elementi strutturali i ''quattro stati d'animo fondamentali'':
Il sabi che è quieta, intensa solitudine, dove però non c'è tristezza ma un non attaccamento, una non sovrapposizione del proprio ego agli eventi .
Il wabi che è il rivelarsi dell'inatteso e profondo senso dell'essere dei gesti più modesti, di ogni piccolo evento.
Il no aware che è, il momento del rimpianto e della nostalgia, il senso della transitorietà del tempo e del dileguarsi del mondo e dove non c’è sofferenza cieca, e non va confusa con un senso irreparabile di perdita
Lo yugen, il mistero, l'ineffabile, l'inafferrabile.
Queste caratteristiche sono tra loro strettamente legate, separate solo da sfumature sottili.



Come si scrive
PRIMA REGOLA
Una regola che sarebbe fondamentale rispettare (e che è la più semplice) è che la poesia sia di tre versi di complessive 17 sillabe (5-7-5 sillabe ciascuno).
SECONDA REGOLA
Oltre a ciò sarebbe bene riuscire ad includere il “kigo” , cioè il riferimento ad una delle quattro stagioni dell’anno.
La scelta può essere fatta tra due stili differenti:
1 presentare il tema della composizione in un verso, sviluppandolo negli altri due;
2 presentare due temi che possono essere in armonia o in contrasto.
Ma è anche possibile
* presentare il tema nei primi due versi e ribaltarlo o farlo “esplodere” nel terzo

In somma è una sotto specie del secondo caso sopra descritto.
TERZA REGOLA
La terza regola dovrebbe essere quella di inserire i quattro elementi .chiamati sabi, wabi, mono no aware, yugen.
“Cosa sono?” chiederà il nostro petulante qualcuno.




Il sabi che è quieta, intensa solitudine, dove però non c'è tristezza ma un non attaccamento, una non sovrapposizione del proprio ego agli eventi.
Wabi che è il rivelarsi dell'inatteso e profondo senso dell'essere dei gesti più modesti, di ogni piccolo evento
Aware che è il momento del rimpianto e della nostalgia, il senso della transitorietà del tempo e del dileguarsi del mondo e dove non c’è sofferenza cieca, e non va confusa con un senso irreparabile di perdita.
Yugen il mistero, l'ineffabile, l'inafferrabile.

COME SI LEGGE UN HAIKU.

Di fronte ad un haiku, il lettore (osservatore del quadro) si pone con spirito recettivo, inspira, sgombra la mente da altri pensieri , espira lentamente e legge una prima volta, per capire di che quadro si tratta.
Dopo di che, chiude gli occhi, per fare mente locale, inspira e lentamente espira, rilegge per la seconda volta molto lentamente l'haiku, in modo che ne possa apprezzare il tempo in cui è collocato, il colore e il disegno evocato; richiude gli occhi e visualizza, inspira, espira lentamente e rilegge la terza volta per coglierne tutta l'essenza e interiorizzarla.
Se un haiku è ben scritto, deve lasciare in chi lo legge delle gradevoli sensazioni di benessere e pace, o di estremo coinvolgimeto e agitazione di disagio, per le brutture di vita evocate o di compartecipazione allo spirito ilare del poeta come nei senryu e haikai, di cui vi parlerò in appresso.

Ve la sentite di provare? Io l’ho fatto con scarsi risultati ma voi potete fare certo di meglio.
Normalmente gli haiku per la loro essenzialità non dovrebbero avere titolo e andrebbero numerati giusto per un ordine cronologico ma questo a noi per il momento non interessa.
se volete giocare a misurarvi con questa gorma poeetica potete scrivere qui con la dicitura nel sottotitolo [giochiamo orientale] e sceglieremo insieme quelli che andranno spostati nelle poesie orientali.
Il tempo di partecipazione è illimitato a partire da oggi.

[SM=g8614]

Angela_______ari@dipoesi@


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