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L’orto degli ulivi

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    al_qantar
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    00 08/09/2008 23:06
    Monologo della morte (atto 1° scena 3^)

    Dove finiscono le mie mani e dove i miei occhi… Se esistesse meta a cui mirare; se fosse utile continuare a camminare, a mietere anime, per cui al fine raggiungere l’ambito traguardo che premia gli uomini. Se mai il cielo potesse tenermi in grembo dopo aver trafficato con gli spiriti e le maledizioni di un’improba natura, semmai, semmai, potrei sorridere a quell’evento giusto, enigmatico, sorprendente che è la morte.
    Ma… io sono la morte…qui, condannata a vivere in eterno, e per mille eternità e mille altre ancora, senza neanche invecchiare, senza sentire il dolore se non quel dolore che è il non poter morire; senza nessun pietoso riguardo se non la pietà con la quale cancello quest’inferno che è la vita.
    Io non morirò mai, io non proverò mai la sensazione dell’ultimo sospiro ne l’arcana pace dell’attimo prima.
    Io non proverò mai il dolore del dover lasciare qualcuno che si ama e che… ti ama ne la gioia di dover chiudere il sipario degli occhi per aprire quello dell’anima e mi rimangono da vivere tutti gli anni ancora…
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    ariadipoesia
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    00 09/09/2008 14:38
    Re: Monologo della morte (atto 1° scena 3^)
    al_qantar, 08/09/2008 23.06:


    Dove finiscono le mie mani e dove i miei occhi…
    Se esistesse meta a cui mirare; se fosse utile continuare a camminare, a mietere anime, per cui al fine raggiungere l’ambito traguardo che premia gli uomini.
    Se mai il cielo potesse tenermi in grembo dopo aver trafficato con gli spiriti e le maledizioni di un’improba natura, semmai, semmai, potrei sorridere a quell’evento giusto, enigmatico, sorprendente che è la morte.

    Ma… io sono la morte…qui, condannata a vivere in eterno, e per mille eternità e mille altre ancora, senza neanche invecchiare, senza sentire il dolore se non quel dolore che è il non poter morire; senza nessun pietoso riguardo se non la pietà con la quale cancello quest’inferno che è la vita.

    Io non morirò mai, io non proverò mai la sensazione dell’ultimo sospiro ne l’arcana pace dell’attimo prima.

    Io non proverò mai il dolore del dover lasciare qualcuno che si ama e che… ti ama ne la gioia di dover chiudere il sipario degli occhi per aprire quello dell’anima e mi rimangono da vivere tutti gli anni ancora…



    Certo che vista in quest'ottica la morte davvero farebbe tenerezza.

    Sappiamo però che anche la Morte è destinata escatologicamnte a morire in favore di quella Vita eterna quando saremo in Cieli Nuovi e Terra Nuova.

    Il testo è ben scritto, un monologo costruto tenendo presente gli attimi si suspance che deve comunque generare un testo per entrare in contatto con il Superio del lettore. [SM=x557467]


    .


    [Modificato da ariadipoesia 09/09/2008 14:40]
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