Cappelli impolverati
giacciono
su pastrani smessi
gardenie ammuffite
infilate all'occhiello
macchiano sciarpe di seta
accatastate
su sedie di paglia.
Luccicano ancora
orologi a catena
che non segnano ore
pendenti dai taschini
La calda radica
di tavoli divelti
mostra nostalgica
macchie d'inchiostro
gocciolate un tempo.
Sul pavimento sparsi
appallottolati fogli
e altri ben distesi
con schizzi di parole
figure complicate
e frasi cancellate.
(Tutto tace è il suono del niente)
Solo il ritmo claudicante
di un becero canuto
sorride al mio saluto
mostrando bocca vuota
di denti e di parole.
Non emette alcun suono
alcun lamento
ogni vocalizio
in lui ormai è spento
si sente amplificato
solo il suo incedere
il suo strusciare incerto
in quello che un tempo
era il caffè dei poeti.