S'innalza lo stridente canto
come lacrime sgorganti dalla roccia
Purpureo crepuscolo
silente ed immoto testimone
straziato dall'innocente sangue
Spicchio di luna rossa
crudele ferita sanguinante
nel notturno velo
Stellato manto a coprire
l'orrore che canto
Moltitudini d'anime si levano
incantate
al Vampiro prostrate
Fiaccole verdi danzano
in divinatorio cerchio
S'infrange al suolo
il sacrificato corpo
come pregiata porcellana
Ma non ancora sazio il Re
il Re Rosso
di furente amore colmo
fino alle cristalline iridi
Per i tempi dei tempi sorger
immacolato nel perfetto peccato
come anima di seta stuprata
violentata e torturata
straziata dal profondo di se stessa
L'accompagna l'angelico pianto
ed ella apre i cancelli
del morbid oblio
seppur ferale
e nel suo candore
si dona
al Re
per sempre.
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Non si possono eliminare le radici. Si possono nascondere, forse si può far finta che non abbiano importanza, ma davvero non si possono eliminare.
Sono io il Gran Pastore
nel volo della falena
di cui senti con orrore
i graffi sulla schiena.