Il lago di Venere
Bianca
a degradare
verso l'azzurro cielo
la riva docile
affonda nel morbido fango
e il nero si solleva
dietro i miei passi cauti,
ne colgo l'essenza e il beneficio
che accarezza morbido il mio corpo
bruciato dal sole
e mi lascio seccare
al calore dei raggi infuocati
in cerca di quella bellezza
che Venere donò a Bacco
in questo specchio d'acqua
protetto dagli dei.
Vorrei donartela adesso,
Leggera la tua mano
riporterebbe la mia pelle
al natural colore
scoprendo pian piano
i miei seni
offerti alle tue umide labbra
e i brividi sulla pelle di seta
attenuerebbero questo fuoco
che brucia
dentro la tua assenza
ma inquieta aspetto
col pensiero che vola
sull'increspatura di questa brezza
a carezzarti il cuore.