I fratelli nostri che poi chiamiamo matti
…
Li vedi che ti guardan fisso, dritti come fusi,
Quell’aria un po’ innocente, svagata quasi,
Come vedessero qualcosa che sta dietro di noi,
Ti fan sentire trasparente e nudo
Ti fan domande su gente che è già morta,
Poi si fissano a guardar piccoli oggetti,
Ruote che girano leggere, ticchettano,
Polverose dentro a quella mente loro
E dopo dalle tasche tiran fuori cose strane
Cose che nessuno se le fila qui nel mondo,
A loro sembran magiche, attraenti,
Come un incontro per durar tutta una vita
Vieni, vieni, sembra che ti dicano,
Vieni a vedere com’è il mondo da quassù
3/11/04