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Ripresa

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2008 16:01
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30/09/2008 23:39
 
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Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare





Qualcuno continui
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01/10/2008 10:37
 
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Re:
al_qantar, 30/09/2008 23.39:

Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare.

Qualcuno dirà infami lidi
aspettano il cantore
il tango del destino
le rose con le spine sfrontato mostra
Mostro è il futuro, incerto
è il tavagliar del pellegrino
ricerca di armonie di forme
nel magma incandescente dei peccati
e spicca il volo il merlo
ma grida l'aquila dal nido
il volo a bassa quota non le si addice.

...





Qualcuno continui





doctor______Lecter
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Re: Re:
doctorlecter, 01/10/2008 10.37:



Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare.

Qualcuno dirà infami lidi
aspettano il cantore
il tango del destino
le rose con le spine sfrontato mostra
Mostro è il futuro, incerto
è il tavagliar del pellegrino
ricerca di armonie di forme
nel magma incandescente dei peccati
e spicca il volo il merlo
ma grida l'aquila dal nido
il volo a bassa quota non le si addice.

Se al passo insieme ci si avvia
scansando il sasso
che rovinoso ci vuol vedere caduti,
la pietra dello scandalo angolare
ritroveremo e ci vedrà seduti
immersi nella policromia dei suoni
provenienti dal creato.
Pazzi!
Ci diranno i sordi farisei della parola,
non si cattura il suono
con barattoli di colla di farina.
L'alfa e l'omega si congiungeranno
nel mentre smentiremo l'ipotesi codarda.








qualcuno continui
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Ma noi sappiamo bene quanto costa il nostro urlare.
Perche', da Faraone, si vuole eclissare
il fiato nato stanco a riassumerci la vita?
Dammi ora i tuoi fianchi che scendono la notte
e riposa dal digiuno
quel tuo labbrare stanco.
Accarezzami di te e delle tue parole scarne
che picchiano sul nido
svegliadone il tic-tac.
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Re:
Rebby., 01/10/2008 20.57:


Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare.

Qualcuno dirà infami lidi
aspettano il cantore
il tango del destino
le rose con le spine sfrontato mostra
Mostro è il futuro, incerto
è il tavagliar del pellegrino
ricerca di armonie di forme
nel magma incandescente dei peccati
e spicca il volo il merlo
ma grida l'aquila dal nido
il volo a bassa quota non le si addice.

Se al passo insieme ci si avvia
scansando il sasso
che rovinoso ci vuol vedere caduti,
la pietra dello scandalo angolare
ritroveremo e ci vedrà seduti
immersi nella policromia dei suoni
provenienti dal creato.
Pazzi!
Ci diranno i sordi farisei della parola,
non si cattura il suono
con barattoli di colla di farina.
L'alfa e l'omega si congiungeranno
nel mentre smentiremo l'ipotesi codarda.

Ma noi sappiamo bene quanto costa il nostro urlare.
Perche', da Faraone, si vuole eclissare
il fiato nato stanco a riassumerci la vita?
Dammi ora i tuoi fianchi che scendono la notte
e riposa dal digiuno
quel tuo labbrare stanco.
Accarezzami di te e delle tue parole scarne
che picchiano sul nido
svegliadone il tic-tac.



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Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare.

Qualcuno dirà infami lidi
aspettano il cantore
il tango del destino
le rose con le spine sfrontato mostra
Mostro è il futuro, incerto
è il tavagliar del pellegrino




ricerca di armonie di forme
nel magma incandescente dei peccati
e spicca il volo il merlo
ma grida l'aquila dal nido
il volo a bassa quota non le si addice.

Se al passo insieme ci si avvia
scansando il sasso
che rovinoso ci vuol vedere caduti,
la pietra dello scandalo angolare
ritroveremo e ci vedrà seduti
immersi nella policromia dei suoni
provenienti dal creato.
Pazzi!
Ci diranno i sordi farisei della parola,
non si cattura il suono
con barattoli di colla di farina.
L'alfa e l'omega si congiungeranno
nel mentre smentiremo l'ipotesi codarda.

Ma noi sappiamo bene quanto costa il nostro urlare.
Perche', da Faraone, si vuole eclissare
il fiato nato stanco a riassumerci la vita?
Dammi ora i tuoi fianchi che scendono la notte
e riposa dal digiuno
quel tuo labbrare stanco.
Accarezzami di te e delle tue parole scarne
che picchiano sul nido
svegliadone il tic-tac.
[Modificato da ariadipoesia 03/10/2008 09:13]
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Rifacciamoci delle piatte
dei giorni bui, fermi
come pietre sull'anima

Corriamoci sulla pelle
a riprenderci le piste
antiche, colorate di fianchi
e bocche assetate di inediti
fiori. Si aprano i ventagli
e le parole senza schermo,
si cerchino le note
del prossimo flamenco
e le nuove vele da issare.

Qualcuno dirà infami lidi
aspettano il cantore
il tango del destino
le rose con le spine sfrontato mostra
Mostro è il futuro, incerto
è il tavagliar del pellegrino

ricerca di armonie di forme
nel magma incandescente dei peccati
e spicca il volo il merlo
ma grida l'aquila dal nido
il volo a bassa quota non le si addice.

Se al passo insieme ci si avvia
scansando il sasso
che rovinoso ci vuol vedere caduti,
la pietra dello scandalo angolare
ritroveremo e ci vedrà seduti
immersi nella policromia dei suoni
provenienti dal creato.
Pazzi!
Ci diranno i sordi farisei della parola,
non si cattura il suono
con barattoli di colla di farina.
L'alfa e l'omega si congiungeranno
nel mentre smentiremo l'ipotesi codarda.

Ma noi sappiamo bene quanto costa il nostro urlare.
Perche', da Faraone, si vuole eclissare
il fiato nato stanco a riassumerci la vita?
Dammi ora i tuoi fianchi che scendono la notte
e riposa dal digiuno
quel tuo labbrare stanco.
Accarezzami di te e delle tue parole scarne
che picchiano sul nido
svegliadone il tic-tac.


Nulla imprigioni il volo
dell'aquila e del falco
che sia mare tempesta
ad ubriacar parole
di fulmini e saette
si ricarichi il grido
che scuota quel sentire
che a volte intrappolato
si ferisce sul filo spinato
della vita
pur di spiccare il volo.

A te quindi mi dono vento
agli artigli dell'aquila mi lego
lambendo bianchi spruzzi d'onda
alzandomi fino al candore del cielo.




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[Modificato da ariadipoesia 05/10/2008 19:56]

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